LA PROPAGAZIONE |
Conoscere
il meccanismo propagativo, significa aumentare la possibilità di
ascolti migliori. Spesso
capita che l’ascoltatore alle prime armi provi ad ascoltare certe
frequenze ad ore sfavorevoli, traendo la conclusione che il proprio
ricevitore sia muto o non funzioni a dovere. Occorre
invece scegliere il momento giusto, l’ora giusta e la banda giusta. Tutto
ciò si acquisisce con l’esperienza e con tante e tante ore d’ascolto;
per accorciare i tempi e per poter trarre la maggior soddisfazione
possibile dall’hobby del radioascolto, occorre acquisire una conoscenza
perlomeno generale della propagazione delle onde radio, che avviene in due
modalità differenti: per onda
di terra e per onda
riflessa.
Scopo di queste righe è dare una minima spiegazione di cosa siano
la propagazione per onda di terra e quella per onda riflessa o
ionosferica. Onda
di terra è quella onda che si propaga sulla
superficie terrestre. Le
distanze raggiungibili grazie a tale tipo di propagazione sono
relativamente grandi e dipendenti da molti parametri. Il
principale è il tipo di superficie che il segnale deve attraversare per
giungere al nostro ricevitore: deserti, zone aride
e secche sono pessime superfici per questo tipo di propagazione, tuttaltro
che conduttivi; invece mari, oceani e terreni umidi sono ottimi conduttori
di segnale.
Tutti i segnali in onda media che
riceviamo durante le ore luminose sono segnali di terra, in quanto durante
l’irraggiamento solare il meccanismo di propagazione ionosferica in onde
medie è compromesso da altri fattori, che vengono affrontati più oltre.
Per quanto riguarda le onde corte, sostanzialmente non avviene
propagazione per onda di terra. Anzi il suolo molte volte assorbe le onde
radio piuttosto che rifletterle. Per
tale motivo i sistemi radianti in onda media sono nettamente differenti da
quelli in onda corta, essendo nei primi molto curata
la componente di terra (si arriva spesso ad interrare o reti metalliche o
migliaia di fili per rendere “conduttivo” il terreno). La
ionosfera è una parte della nostra atmosfera. Si
individua
fra i 50 ed i 300 Km circa dalla superficie terrestre con una larga
tolleranza in eccesso. Si
divide in 3 regioni o strati. La
concentrazione elettronica nello stato D presenta una variazione diurna
importante: raggiunge il suo massimo poco mezzogiorno solare locale,
mentre conserva valori estremamente bassi nelle
ore notturne.
In inverno, nonostante che la distanza zenitale
dal sole sia molto grande, si osservano spesso concentrazioni elettroniche
molto elevate, sempre tra 70 e 90 Km, dovute probabilmente alla natura e
alla concentrazione dei gas che compongono
l’atmosfera. L’influenza dell’attività solare sulla
concentrazione elettronica nello strato D si differenzia alle diverse
altezze: tra 70 e 90 Km i raggi X di origine
solare sono la principale fonte di ionizzazione e questa è massima quando
il ciclo solare sulla concentrazione elettronica nello strato D si
differenzia alle diverse altezze: tra 70 e 90 Km i raggi X di origine
solare è al suo massimo; al si sotto dei 70 Km le radiazioni più attive
sono quelle cosmiche e la concentrazione massima si presenta quando
l’attività solare è al suo minimo, per cui la dispersione
interplanetaria dei raggi cosmici di origine galattica tende a ridursi.
Durante una perturbazione geomagnetica la
densità elettronica tra 75 e 90 Km, tende a rinforzarsi alle latitudini subaurorali
ed inferiori. Per l’apporto di elettroni
ad alto contenuto energetico.
Lo strato D può raggiungere una densità massima di 10 miliardi di
per metro cubo a quote tra 50 e 90 Km, con alta densità di
particelle neutre. Questo
strato non ha, a causa della relativamente bassa densità elettronica, grande
rilevanza per la riflettività nei riguardi
delle onde usate nei radiocollegamenti via ionosfera,
mentre invece assume notevole importanza nei riguardi
dell’assorbimento, per tanto che lo strado D può essere considerato lo
strato assorbente per eccellenza.
Lo strato E normale è uno strato molto regolare e si trova ad
un’altezza nella quale la temperatura ha una escursione
da -80 a +80 gradi °C. La
concentrazione elettronica dipende strettamente dalla distanza zenitale
dal sole. Vi
è un massimo stagionale in estate. Il
massimo della concentrazione elettronica si colloca intorno ai 110 Km ed
è circa di 100 miliardi di elettroni per metro
cubo. Con
questa concentrazione il plasma elettronico una
sua propria frequenza di riflessione (MUF) di circa 3 Mhz.
Durante la notte la ionizzazione dello strato E si riduce
drasticamente e la MUF del plasma a valori tra 4 e 6 Khz.
La concentrazione elettronica è massima al massimo del ciclo
solare. Nell’arco del ciclo solare si hanno variazioni della frequenza
del plasma intorno al 30%.
Una parte dello strato E, a circa 120 Km, viene
chiamata Es o ESPORADICO, proprio per il fatto
che la sua presenza è aleatoria e sporadica. Pare
che la sua ionizzazione sia dovuta a meteoriti
e fenomeni cosmici non legati all’attività solare. La
sua presenza è più frequente d’estate che d’inverno. Durante
la notte lo strato F si comporta in modo diverso che di giorno, quando si
divide in due differenti strati: F1 ed F2,
nasce se la concentrazione elettronica non presenta stratificazioni molto
nette.
Lo strato F1 è la zona compresa tra 130 e 21 Km di
altezza e la concetrazione elettronica
è dell’ordine di 200 miliardi di elettroni per metro cubo.
Lo strato F2, il più alto degli strati ionosferici,
è quello in cui la concentrazione degli elettroni
è generalmente la più densa: i suoi valori sono compresi tra 1000
miliardi di elettroni per metro cubo di giorno
e 50 miliardi di elettroni per metro cubo di notte.
Lo strato F2 non risponde al modello matematico di CHAPMAN, perché
a quelle altezze vi sono notevoli venti (correnti ioniche), diffusione ed
altri fenomeni dinamici. Quando
inizialmente si applicava la teoria CHAPMAN anche nello strato era
considerato tra le anomalie. Oggi
si sa che questo termine è improprio.
L’”
ANOMALIA DIURNA” consiste nel fatto che il massimo della
concentrazione elettronica dello strato F2 si produce spesso un’ora dopo
il mezzogiorno solare, in genere tra le 13 e le 15 ora locale. Si
sono notate sperimentalmente altre due variazioni durante il giorno, i cui
massimi si collocano intorno alle ore 10-11 locali e tra le ore 22-23,
sempre locali.
Nell’emisfero nord l’”ANOMALIA
STAGIONALE”
consiste in una tendenza alla concentrazione
elettronica dello strato F2, intorno alle 12 locali, e
ad essere più alta d’inverno
che d’estate. L’ANOMALIA
EQUATORIALE”, consiste nel fatto che nelle zone comprese tra 20 e 30
gradi, sia a Nord che a Sud dell’equatore, l’influenza della distanza
zenitale del sole sulla concentrazione elettronica dello strato F2, è
notevolmente diversa da quella che ci si aspetta.
Nelle latitudini elevate si osservano alcune “anomalie” nelle
caratteristiche dello strato F2, probabilmente associate alla caduta di
particelle di alto valore energetico. Vi
è infatti una depressione pronunciata nella
concentrazione elettronica dello strato F2, dovuta alla linee di forza
della magnetosfera e che si
estende su 2-10 gradi in direzione dell’equatore, subito dopo l’ovale
aurorale e da mezzogiorno a tutta la notte.
Alcune osservazioni sulle concentrazioni elettroniche, al
di sopra dell’altezza in cui avviene il suo massimo, sono state
effettuate con radar a diffusione incoerente, con missili e sonde
installate a bordo di satelliti. Queste
osservazioni mostrano come la concentrazione
elettronica decresce in modo approssimativamente esponenziale con
l’altezza. Intorno
a 100 Km si ha una variazione del gradiente della concentrazione
elettronica causata dalla presenza di una passaggio
da ioni di ossigeno a ioni di idrogeno; l’altezza alla quale avviene
questa transizione aumenta con
la latitudine. A
1000 Km la concentrazione elettronica è normalmente dell’ordine di 10
miliardi di elettroni per metro cubo. Le
onde radio vengono riflesse dagli strati
ionizzati. Se
il sole ha un certo comportamento, la ionosfera avrà una certa densità e
struttura; ad altri comportamenti del sole invece corrisponderanno
altrettanti caratteri di densità e struttura. Per
cui possiamo comprendere che le variazioni di propagazione sono legate ai
seguenti fenomeni: Ø
Alternarsi
del giorno e della notte (variazione diurna) Ø
Alternarsi
delle stagioni (variazione stagionale) Ø
Alternarsi
di periodi di alta attività solare con periodi
di calma (variazioni del ciclo solare) Ø
Variazioni
dovute alla differente posizione geografica. |
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